CHIRURGIA ORALE

La chirurgia orale comprende vari tipi di interventi chirurgici a livello del cavo orale. Prima di qualsiasi intervento è fondamentale conoscere lo stato di salute generale del paziente. Il paziente deve comunicare se è affetto da patologie, se assume farmaci, se presenta allergie. Alcuni farmaci e patologie possono alterare i processi di guarigione o la coagulazione del sangue. Di conseguenza è importante che il medico ne sia a conoscenza per ridurre al minimo eventuali complicanze e rischi.

Tra gli interventi più frequenti che si svolgono a livello del cavo orale si hanno le estrazioni dentali. Nel nostro studio si esegue sempre una pre-anestesia per non far percepire nulla al paziente, nemmeno l’ago della siringa, e in seguito l’anestesia locale vera e propria. L’anestesia permette di rimuovere qualsiasi stimolo dolorifico: il paziente, durante le manovre per l’estrazione del dente, non sentirà alcun dolore. Tuttavia l’anestesia non toglie la sensazione tattile quindi il paziente avrà sempre la sensazione di una pressione nella zona in cui si lavora. Questa sensazione non deve preoccupare perché non è assolutamente fastidiosa.
Le estrazioni semplici riguardano spesso denti che sono integri o che sono parodontopatici (questi ultimi per esempio presentano già una loro mobilità). Ciò consente di rendere l’intervento meno invasivo e più rapido. Non è detto che sia per forza necessario posizionare dei punti di sutura per questi tipi di interventi. La semplice compressione con una garzina può essere più che sufficiente per controllare il sanguinamento e favorire la cicatrizzazione. La compressione per 10 minuti con una garzina infatti consente al sangue che scorre nei vasi sanguigni di organizzarsi e formare un coagulo.
Nelle estrazioni complesse invece si richiede l’apertura di un lembo. Questo succede spesso per denti rotti o per i denti del giudizio (detti anche ottavi). Aprire un lembo significa che bisogna incidere la gengiva e spostarla in modo da avere la completa visione del campo operatorio. Questo permette al chirurgo che sta operando di muoversi con precisione e di ridurre le manovre per eseguire l’estrazione, senza danneggiare inutilmente i tessuti molli. In questo caso i punti di sutura vanno obbligatoriamente posizionati, perché altrimenti le gengive non sarebbero stabili e si sanguinerebbe molto. I punti servono quindi  per stabilizzare i lembi e per rendere stabile anche il coagulo che si formerà.
In generale, in seguito a un intervento chirurgico vanno seguite con attenzione da parte del paziente alcune istruzioni. 
Bisogna evitare di sciacquare durante le prime 24 ore dall’intervento. Questo perché lo sciacquo può rimuovere il coagulo che si sta formando, stimolando il sanguinamento. Gli sciacqui vanno eseguiti con un collutorio contenente clorexidina a partire dal giorno successivo. La clorexidina è importante perché è un antibatterico e tiene disinfettata la bocca e quindi la ferita.
Bisogna prestare attenzione a spazzolare i denti soprattutto durante i primi giorni, per evitare di graffiarsi o di strappare i punti. 
Sempre durante le prime 24 ore è consigliabile una dieta morbida e fresca. I cibi caldi possono provocare vasodilatazione e quindi stimolare il sanguinamento. I cibi duri invece potrebbero affaticare ulteriormente la muscolatura, già stanca dall’intervento, e a volte in qualche modo graffiare o farsi del male a livello della gengiva.
Se nonostante le accortezze ci dovesse comunque essere un sanguinamento, questo si può controllare con delle garzine posizionate in corrispondenza della ferita e tenute compresse per 10 minuti. La compressione occlude i vasi sanguigni e fa sì che il sangue abbia il tempo di organizzarsi in un coagulo. 
Il ghiaccio va posizionato subito dopo l’intervento, alternando 10 minuti di applicazione con 10 minuti di riposo. Serve per evitare gonfiori.
A seconda della tipologia di interventi possono essere prescritti antibiotici e/o antidolorifici, con specifiche posologie che vanno rispettate.

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