PARODONTOLOGIA LASER ASSISTITA
La parodontite o piorrea colpisce in Italia il 60% della popolazione soprattutto nella fascia d’età tra i 35 e i 50 anni. Il 10% di questo gruppo manifesta delle forme gravi di parodontite. Che cos’è questa malattia?
È una malattia infettiva delle gengive e dell’osso che tende a mantenersi e progredire nel tempo. Questo significa che se il problema non viene affrontato, il livello osseo attorno ai denti tenderà a ridursi sempre più. La gravità e la velocità con cui si manifesta dipende dalla suscettibilità della persona, dal livello di igiene della bocca e da fattori di ritenzione di placca locali (restauri incongrui o malposizioni dentali).
Questa malattia è quella che spesso ha portato i nostri nonni a perdere i denti e quindi poi ad avere la dentiera. Una volta infatti questo problema veniva trascurato e non si affrontava, lasciando peggiorare le condizioni della bocca per poi arrivare a dover togliere i denti che si muovevano.
La parodontite oggi si può curare e prevenire.
I richiami di igiene sono il primo step per intercettare questo problema in quanto i nostri igienisti controllano e monitorano nel tempo lo stato gengivale di tutti gli elementi. Questo permette di intercettare sul nascere la parodontite anche nelle bocche sane.
Per chi invece dovesse già avere in corso questa malattia la cura prevede una prima fase di indagine approfondita diagnostica. Tramite fotografie, radiografie e misurazioni dei tessuti (compilazione della cartella parodontale) si è in grado di stadiare la malattia, ovvero di indicare il grado di gravità. Sulla base del risultato ottenuto dalla raccolta di questi dati, si pianifica il trattamento più adeguato per ogni singolo paziente.
Il trattamento di elezione e che si esegue nella maggior parte dei casi si chiama terapia causale non chirurgica. Questa terapia consiste nell’andare a rimuovere in modo sistematico il tartaro e la placca che si trovano al di sotto della gengiva. Infatti, grazie all’indagine diagnostica iniziale, possiamo muoverci con precisione.
Gli strumenti che si utilizzano sono gli ultrasuoni, che disgregano il tartaro; si usa poi uno spray a base di polveri che consentono di rimuovere i residui di placca; e infine si utilizza il laser, il quale contribuisce a ridurre la carica batterica a livello dei tessuti e ne velocizza la loro guarigione. Il laser inoltre contribuisce anche a ridurre nel post operatorio il fastidio/dolore per questo riteniamo fondamentale il suo impiego in parodontologia. La combinazione di tutti questi strumenti contribuisce ad abbattere la carica batterica della bocca, e ad aiutare i tessuti di sostegno del dente a tornare a uno stato di buona salute.
È fondamentale che a questa pulizia approfondita sia poi abbinata una accurata igiene domiciliare, per evitare che la carica batterica quotidiana torni a livelli troppo alti da poter consentire ai tessuti di guarire.
Denti malposizionati rendono più difficili le manovre di igiene, se non impossibili in alcune situazioni. Inoltre, non trovandosi nella posizione ideale all’interno dell’osso, potrebbero avere alcuni lati che non sono neanche ricoperti completamente da quest’ultimo. Questi due fattori sommati rendono più facile per questi denti ammalarsi.
Lo stesso vale per otturazioni o corone non eseguite in modo corretto: se non sono lisce o presentano gradini, la placca si accumula diventando un fattore di irritazione per i tessuti.
Poi ci sono altre condizioni per le quali un paziente può ammalarsi più facilmente di parodontite: il diabete non controllato e il fumo.
In particolare questo vizio favorisce e comporta un peggioramento della malattia parodontale. Il fumo infatti riduce la vascolarizzazione a livello delle gengive, e quindi ne abbassa le loro difese e capacità di guarigione. Inoltre le sostanze inalate si depositano sui denti e sulle gengive, contribuendo alla proliferazione batterica.
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