ENDODONZIA
L’endodonzia è una branca dell’odontoiatria che si occupa di diagnosi e terapie della parte interna dell’elemento dentario, e quindi di devitalizzare i denti. Cosa significa? È sempre difficile spiegare questo argomento per chi non è del settore. All’interno dei denti scorrono vasi sanguigni e nervi, elementi che formano la cosiddetta polpa dentaria. Questa è presente solo in una piccola quantità, ma è sufficiente per darci alcune informazioni importanti. Per esempio mentre mangiamo o beviamo può succedere che i denti diano fastidio a causa del freddo, del caldo o di alimenti dolci. E queste informazioni sono proprio recepite da quei piccoli nervi che si trovano all’interno del dente.
Perché anche i denti ci possono avvisare se c’è un problema. Un dente sano normalmente non percepisce il freddo, il caldo o il dolce, ma quando abbiamo però una gengiva molto ritirata, una carie oppure una radice consumata, il dente ci avvisa. Si dice che diventa sensibile.
Se però questi piccoli nervi cominciano a soffrire più seriamente perché per esempio la carie è ormai arrivata più in profondità ed è in contatto con loro, si ha il famoso mal di denti. È quel fenomeno comunemente descritto dai pazienti come un dolore molto intenso che non fa dormire la notte. Si sente pulsare e si può avere anche una nevralgia che coinvolge l’orecchio o tutta la mandibola. Quando succede questo significa che il nervo del dente è compromesso e va devitalizzato.
Questa fase dolorosa non dura in eterno, ma può continuare per qualche giorno fino a qualche settimana, dopodiché il dolore sparisce. Si dice che il dente torna ad essere asintomatico: sembra di essere guariti, ma in realtà il problema si è solo spostato. Dove? I batteri della carie che ormai hanno distrutto i piccoli nervi all’interno del dente, lo stanno attraversando silenziosamente per raggiungere l’osso. Il dente nel frattempo non sente più il caldo, il freddo o il dolce. Si dice che è in necrosi.
Quando i batteri arrivano all’osso e si moltiplicano raggiungendo una quantità importante, si possono avere tre tipi di problemi: dolore alla masticazione, un ascesso oppure una fistola.
A prescindere, il dente va comunque devitalizzato.
La devitalizzazione, o trattamento canalare, consiste nel raggiungere la parte centrale del dente dove si trovano questi piccoli nervi. Questo spazio si chiama camera pulpare e sistema canalare. Una volta raggiunti si disinfettano rimuovendo i batteri che lo hanno occupato e si riempie con del materiale apposito. Il materiale che utilizziamo è biocompatibile e stabile nel tempo, e questo garantisce un risultato duraturo nel tempo. È importante utilizzare questo materiale perché se lasciassimo quello spazio vuoto verrebbe di nuovo occupato dai batteri e il problema si ripresenterebbe.
Utilizziamo molti strumenti per eseguire questa procedura delicata:
- Isoliamo il dente con la diga, che è un foglio di gomma, che permette di tenere lontana la saliva dal dente e quindi i batteri;
- Usiamo gli ingranditori, ovvero degli occhiali che ci permettono di ingrandire il dente fino a 6 volte per poter operare con la massima precisione;
- Utilizziamo il rilevatore apicale, un’attrezzatura fondamentale che rileva in modo preciso le dimensioni del sistema canalare del dente, per evitare con gli strumenti di andare oltre danneggiando o irritando l’osso;
- Usiamo il portatore di calore e di guttaperca, che consentono di posizionare in modo preciso il materiale all’interno dei canali che abbiamo disinfettato.
Un dente devitalizzato NON è un dente perso. Infatti se riparato in modo corretto è un dente che può restare nella bocca del paziente per molti anni. L’unica capacità che ha perso è quella di sentire il freddo, il caldo e il dolce ma per il resto può continuare ad essere utilizzato per la masticazione.
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